Amour

Qui chante la chanson du notre amour



Je t’âme sans frontière avec le coloration de la vie



domenica 30 dicembre 2012

Una luce si è spenta ma il suo bagliore è e resterà sempre un faro per i nostri cuori

Si è spenta Rita Levi Montalcini, il suo fisico forte ha bisogno di riposo, noi figli della sua intelligenza e del suo cuore, pur nella tristezza la ricordiamo come una Donna, Madre e Attivista della Cultura legata al cuore e alle ragioni della vita. Siamo per questo certi che la sua luce ci guiderà attraverso i secoli  senza cessare di essere sempre vitale e forte!
Ugo e Daniela Arioti

martedì 27 novembre 2012

Pensieri di Ulisse naufrago


Pensieri di Ulisse  naufrago                                                                                        @ Ugo Arioti 09/07/2007

Solo, sulla plagia
il mio corpo, portato dalle dolci e paurose maree,
si placa....

E sorge il Sole...ancora!
Sorge il Sole dal mare....lo vedo,
quasi mi acceca...

Nella spiaggia muta, intarsiata dal mare,
il gabbiano accompagna
col ritmo del volo
il canto delle tortore svegliate dal maestrale.

Sento, grosso e pesante, il silenzio del mare
e penso ai miei compagni,
ormai lontani.

Solo, sulla spiaggia d'oro,
guardo questo tesoro
della Natura viva dentro e fuori di me
che respira nel mio cuore ubriaco e bambino.

E mi si rompe il cuore
mi esplodono in testa i ricordi
e, ancora, come un bambino, mi aggrappo a queste conchiglie
per raccogliere tutto il mare
nel mio pugno d'uomo
di vento e di battaglie
e di imprevedibile arroganza...

Stupido...
sono stupido e pieno di me....e di Te!
Signore della mia vita di mare e d'aria.
Presto la Terra mi sarà Madre
e il fiume dei morti sarà il mio rifugio.

Ma oggi sono ancora io
in questo angolo divino ad assaporare il Vello prezioso
sono io il tuo Sposo
Penelope! Penelope! Penelope!
Sei mia
Grido riempi del tuo furore l'otre di Eolo e vola ad Itaca....

Sono ancora
e ancora mi dovete temere
ancora!

Io sono: Ulisse....Ulisse....Ulisse....Ulisse.....

mercoledì 14 novembre 2012

Leggera piuma


Leggera piuma                                                   Ugo Arioti 15.11.2012

Leggera
piuma che scende,
trascinata dal vento
                         io sento
                         mi pento
sostendendo a stento
il mio cuore contento.

Pazzia e portento
che apre all'avvento
nel mio piccolo organo di fuoco
lascia un tratto scoperto
amico.

Ho visto mille notti
e una ancora
ardere di passione
dentro il petto
senza tetto.

Ora come un pulcino
io ti invoco
e cerco il grano
e cerco un porto antico
dove il mio cuore
diventa Signore!

Leggera
piuma che scende,
trascinata dal vento
                         io sento
                         mi pento
sostendendo a stento
il mio cuore contento.

Saggezza e sentimento
apre, nel vento amico,
il giullare
tornato dal mare
antico.

Ha visto mille stagioni
e una ancora
la mia anima
nel sogno innammorato
sempre amato.

Ora, come un pinguino,
nuoto nel mare
sognando solo le tue mani amiche,
siamo oneste, piccole formiche
che portano il frumento
per l'inverno
allo Spirito invitto
e al cuor sincero.


Leggera
piuma che scende,
non ti trascina il vento
                         io sento
                         vivo e respiro
il mio cuore contento
che dal mare
ogni sera
torna  a casa.

lunedì 12 novembre 2012

Federico Federico


Federico Federico                                                       @Ugo Arioti 12/07/2007


Ecco la bestia
Sorge dal mare carica di nomi blasfemi
Come un orso
Come un leone
Come un leopardo
Spalanca la bocca ad offesa del santo Nome
Scaglia la sua lancia
Sul Tabernacolo di Dio
E sui Santi che abitano i Cieli….Anticristo!
Armatevi e difendete la Fede…..
Strillava il fariseo
Seduto sulla cattedra di Pietro,
perverso traghettatore d’anime perse.

Senza sosta sbraitava contro
L’Elfo siciliano!
Il tragediatore romano contro  il Signore della Caccia!
Diana rediviva!
Eresia, eretico, elfo…

Ecco la bestia
Sorge dal mare carica di nomi blasfemi
Come un orso
Come un leone
Come un leopardo
Spalanca la bocca ad offesa del santo Nome
Scaglia la sua lancia
Sul Tabernacolo di Dio

Attenti all’inganno degli occhi e del cuore
Terrore
Attonitò sto,
in preghiera e conforto per Voi, popolo di Dio.

Si veste da Messia Imperatore
Si reclama inviato di Dio
Inganno!

Ecco la bestia
Sorge dal mare carica di nomi blasfemi
Come un orso
Come un leone
Come un leopardo
Spalanca la bocca ad offesa del santo Nome.

Assaltate le sue corti e le città e i castelli e le scuole….
Distruggete il malvagio Re.

Ecco la bestia……la…..bestia…
Mentre il fiato mordeva la sua gola
Il grido dei morti saliva
Spasimo e desolazione a Roma
Senza un filo di voce
Senza respiro o vento
Gregorio IX
Morto per Federico!

Scappa a Lione Innoccenzo il IV e, come Pastore,
raccoglie il suo gregge di “pecore amiche e di Fede”!
Scomunica, scomunica per l’imperatore di Roma e del Mondo.

- Rendiamo noto e proclamiamo
che questo Principe è stato rigettato
da Dio
per le sue iniquità e privato
di ogni onore e dignità ……..
Liberiamo per sempre dal giuramento
di fedeltà quelli che erano
legati a lui ……-

Pazzo?
Sicuramente fu anche questo
gridando e giocando con la vita.
Nato da madre accorta d’Altavilla
cresciuto con il sangue e con il latte.

Mai nome si fregiò
di un tal respiro
nel cuore e nel riposo dei miei occhi!
Lo vedo, il mio imperator bambino,
Stupor del Mondo
ed aquila al mattino!

Lo carezzo e lo piango,
nel mio seno di madre,
Sicilia senza pace,
e lo chiamo per rivederlo ancora:
Federico, Federico …
stupor Mundi
in hoc signo!

martedì 6 novembre 2012

Rosa d'amore sorella


Rosa d'amore sorella

Rosa d'amore sorella!

Piango e rido,
      come una gazza ladra,
          che ruba cocci di vetro al tempo.

L'uomo grida dall'abbisso,
              ancora più basso,
              dell'ultimo passo,
smarrito nel deserto,
             come un passero ardito,
ascolta
                         e sarai esaudito ...
il concerto
        del piano di Falstaff
come il sogno di un estate di luna e sole,
ciliegie e more,
fichi d'amore e fichi neri e verdi,
ulivi saraceni e ampi canneti,
tra le dune di una spiaggia, di conchiglie vestita,
ti ho amato, ti amo e ti amerò,
Regina del mio cuore.

Sei muto?
Sono solo un innammorato della vita e dell'amore.

Allora puoi salvarti, figliolo!
                        Ma vorrei, fortissimamente vorrei
che le stelle avessero una luce più amica
e il vento raccontasse le mie canzoni
                                       ...  agli aironi!

E sentire, nelle sere d'agosto, ancora,
                       mentre il sole scende sull'orizzonte marino,
                       cantare il gallo e l'allodola serena!
Ventre di balena?

Ventre di latte,
 canti una ninna nanna come preghiera
 e aggiungi sale e olio
 e benedici il pane,
 stasera,
 come ogni sera
di una vita che non muore.

Piove?
No, piango!
respiro questo amore
e ti dipingo!

Rosa che tra le rose sei regina
dammi una notte per rincorrere i sogni,
dammi una spalla per piangere l'inverno
e il coraggio di cacciare in primavera
per tornare, ancora e sempre, a sera,
da te che sei il mio faro e la mia stella
Rosa d'amore sorella!

06/11/2012

Bimba che vieni nel mio campo di grano



Bimba che vieni nel mio campo di grano   Ugo Arioti@2010

Nella lavagna del mio cuore,
sotto la traccia di gesso,
dentro il quadro incorniciato dal frassino
un rampicante corre, come gabbiano sul mare,
edera verde è,  forte e robusta,
che cancella il mio nero
e lo trasforma in verde,
verde, celeste e rosa.

Bimba che vieni, nel mio campo di grano,
raccogli il seme e onora la speranza.
Posso darti, oh mia cara, solo amore e  pazienza.
Tu sai che dove rinasce la vita, prepotente,  muore il buio
e nel mare dei miei sogni c'è un disegno
che ti regalerò ogni giorno: amore è nominato dal mio cuore!

A te soltanto che accarezzi il bagno
degli occhi miei, avidi di sentimento, con un sorriso
e gli occhi in Paradiso,
solo per  la tua bocca , amore mio,
offro al Creatore tutta l'anima mia.

Sicilia


Sicilia

Coro di dediche
dei morti d'estate
usciti dalla miniera
come carusi
dal picconatore  ...
selvaggio rito,
forti contraddizioni,
dallo zolfo al cuore
in questa terra
che l'anima del mito
trascorre come un rito!

Ugo Arioti @2008

lunedì 5 novembre 2012

Mare madre


Nel mio sogno c'è il mare
ci sono le lampare,
il pesce spada e il tonno,
le sarde con il sale,
vorrei cantare,
con la Lira degli avi,
con le piccole canne intagliate,
dalle  mie mani nude
e assetate
mille e una serenata
per il mare infinito d'amore
universo negli occhi
della mia bella amata.

Sulla via della roccia,
fino al faro incantato
sono andato,
per vedere con gli occhi della musica
la spiaggia dove Ulisse incontra Nausica,
dolce e graziosa amica
del mio cuore selvaggio
inseguito dal vento dei sogni infranti,
ti ho baciata e ti ho respirato
mentre il mare, al tramonto,
sentiva il mio petto scoppiare
ma non sono fuggito.

Non ho gettato reti nel nostro mare
per catturare, depredare, saccheggiare.
Ho raccontato al cuore
le parole d'amore del Mare!
Per farti ridere e giocare
dentro i miei occhi accesi di speranza
un amore nuovo forte e sincero,
come questa antica madre
che ci guida
e a sera ci saluta con un bacio e una carezza:
madre, per me sei tu, Mare di ebrezza!
Mare madre, nostro Amore e bellezza!

giovedì 25 ottobre 2012

Luna, Oh Luna innamorata…


 

Luna, Oh Luna innamorata…                                   (Ugo Arioti 2005)


Luna, Oh Luna!!!

Luna
ebbrezza marina, e brezza marina
di mattina,
al nocchiero Caronte ti presenti
e il Sole lasci all’alba dei sensi,
             lo lasci rifiatare
             con tratti gonfi di sospensione…del canto.
Luna
il tuo volto ho dimenticato
per un giorno
                   come tanti altri, ma oggi è nuovo ancora…
e io dal mio recinto d’uomo
ti guardo come un uovo appena schiuso,
ti guardo
         lecco le tue ferite
                e ti graffio con le unghia del mio cuore armato!
Con un grido disperato,
ingoiato, appeso al pastrano.
Luna
la tua pelle maculata, trasognata,
sensuale
accarezzo nel sogno,
ormai sudato,
e ti chiamo per rivederti ancora
ancora un’altra notte
Oh Luna!!
Luna innamorata.

Ulisse non è ancora tornato


Ulisse non è ancora tornato                                                          (Ugo Arioti 2005)

Salve sono Ulisse Odisseo,
un piccolo borghese,
lavoro in un ufficio pubblico
ormai da tempo imprecisabile,
esattamente da quando mi hanno tolto l’illusione
di essere un imprenditore
 delle mie capacità
 di organizzare gli spazi della vita,
ora conto le spese
e le ferie
e le malattie
e le morti
e le nascite
come un impiegato dell’ISTAT
cercando di restare in equilibrio
tra dare e avere
tra doveri e diritti
tra morale e immorale
tra giusto e sbagliato
tra l’amore e la vita di ogni giorno.

Sono sposato e separato,
come è di norma
in questi tempi edonistici
e spogli di abiti comuni,
ho un figlio,
un bel ragazzo intelligente e sensibile
… studioso, si.
Suona il pianoforte,
gli piace la musica jazz …. come me.
Sua madre dice che è bello come lei,
discutibile,
e intelligente come me,
solo per consolarmi.

Credo di avere un amore,
ma in effetti non è altro che l’illusione
di un mondo migliore
che da fuori è bellissimo,
ma dentro è denso di lacrime e sangue,
normale,
normalissimo.

Un uomo come tanti
che vive in un epoca
di comunicazioni veloci
e improvvise,
l’era di internet,
della rete informatica,
del villaggio e del mercato globale
… della globalizzazione.

Salve sono Ulisse Odisseo,
un piccolo borghese,
lavoro in un ufficio pubblico
ormai da tempo imprecisabile,
sono alla ricerca del tempo perduto.
Conoscete, per caso, Signori
il mio malato cuore?

Vorrei, ma non posso,
respirare nel mare
e salire sulla cima del Mondo,
solo per cantare,
una canzone d’amore
che sciolga il mio dolore.

Salve sono Ulisse Odisseo,
un piccolo borghese,
lavoro in un ufficio pubblico
ormai da tempo imprecisabile,
         regalatemi un sorriso
e sarò vostro amico,
         regalatemi una carezza
e vi sarò devoto,
         regalatemi i vostri occhi
per vedere il mondo
da un altro punto di vista,
         per non cedere all’amarezza,
         alla desolazione,
         alla stupidità imperante,
         alla vanagloria,
         alla memoria,
         alla gioia comprata,
         alla giornata …
Cantami una canzone Penelope.

Salve sono Ulisse Odisseo,
un piccolo borghese,
lavoro in un ufficio pubblico
ormai da tempo imprecisabile,
hanno avvelenato il mio cane,
e saziato le loro voglie con la mia carne muta.
Ma io, senza tempo,
cerco il tempo
e l’amore che serve
per ingannare la morte
e restituire, al mio cuore,
il dolore di esistere ancora.

mercoledì 24 ottobre 2012

cuore ritrovato


fiori del deserto
sono assorto
in mano il passaporto
il primo viaggio
merita un passaggio
virato sul tramonto
come stampo d'Ellesponto ...
         tra le dune antropomorfe
         lasciai il mio cuore dannato
............................ così l’ho ritrovato
Bagnato, sudato,
fradicio di bugie e di vergogna
era solo spaventato
tu l’hai guarito

lunedì 22 ottobre 2012

Viola d’amore


Volerà
    senza luce, nel sonno,
partirà
    sarà vento e tempesta,
entrerà
    nel cuore dell'Universo,
perso come un satellite errante
o una goccia che cade nel mare
voglio continuare
continuare
      continuare a sognare amore mio!

Avi a vulari,
senza luci , nto suonnu,
avi a partiri
avi a iessìri ventu e timpesta,
av’a trasiri
nto cori du Munnu,
persu comu na stidda vaganti,
o na uccia chi ghinchi lu Mari,
voghiu arripigghiari
a sunnari
ammuri miu,
sta viola prisenti
viola è d’ammuri!
E l’ammuri nun menti!

Dedicata a Daniela mia 7 gennaio 2012

giovedì 18 ottobre 2012

una sola risposta e sei tu


Ero un daino ferito,
che, tra gli alberi nodosi, nascondeva i tagli,
e allungava i suoi occhi sopra focolari di gigli,
come un bambino spaventato,
chiamavo il tuo nome
tra le foglie e le spine
tra le catene e le vetrine,
in mezzo al temporale e nel sole accecante,
 come un figlio desolato,
come un desiderio amato,
come un pianto mai spento,
come una ferita mai chiusa,
come un desiderio sempre atteso,
 come una voce sentita,
come un respiro ingoiato,
come un fuoco che non si spegne,
come un sorriso rimandato,
come un colore mai fermato sulla tela,
come un verso dell’anima melanconica,
come voce di antica fisarmonica,
 come un tango lontano,
 come una fuga che scappa dall’Organo in chiesa,
come un principio che non smette di prepararsi,
come un invitato senza biglietto,
come un ubriaco senza alcool,
come un uomo senza sonno,
come un falco che non vola,
come un tempo senza spazio,
come una cometa senza cielo,
come un cavallo senza criniera,
come il vento di sera,
come una scommessa mai fatta,
come un volo senza motivo,
come un attore in cerca di titoli,
come un aviatore senza aereo,
come una nave senza oceano,
come una cascata senza limiti,
come uno sguardo senza orizzonte,
come un uomo che desidera amare,
come un amore che cerca il suo nome,
come un anima che ne aspetta un'altra …
Infine, ho incontrato te che sei la mia risposta,
la mia sorella, la mia gemella,
la mia anima celeste, amore mio.